«Vorrei portare chiarezza e realismo sul sistema sanitario territoriale che vede l’appostamento di fondi per la medicina generale. In realtà, della cifra indicata in 83 milioni, circa 60 derivano da fondi strutturati per la medicina generale, rivenienti dalla DGR 2289/07 che già finanzia la medicina generale, e da un fondo apposito per la medicina generale(fondo di fattori di produzione) derivanti dal pensionamento dei medici di famiglia dal 2004 a tutt’oggi. Gli altri fondi indicati, che completano gli 83 milioni, derivano dal PNRR (fondi che implementano l’assistenza domiciliare per i pazienti fragili) e dal DM 77/22 che finanzia il sistema delle Case di comunità, e quindi da stanziamenti nazionali».

Lo dichiara il dott. Giovanni Sportelli, presidente Regionale del Sindacato Snami Puglia, secondo sindacato più rappresentativo della medicina generale.

«L’accordo siglato lunedì 12 maggio da tutte le Organizzazioni Sindacali legittimate al tavolo, ha visto il riconoscimento di tutte le proposte Snami: è passato il principio di alta democrazia e civiltà grazie al quale i lavoratori che compiono le stesse mansioni sono messi in condizione di  poter offrire ai cittadini pugliesi una assistenza più omogenea ed equa, dal momento che la gran parte delle indennità sarà finalizzata alla presenza negli studi di collaboratori di studio e infermieri per tutti i medici. Tengo particolarmente a precisare  – aggiunge Sportelli – che queste indennità non costituiscono profitto per il singolo medico, ma sono desinate pagamento del personale a servizio dei cittadini».

Inoltre, sostiene il dott. Sportelli che un sistema sanitario è misurabile dal punto di vista di obiettivi di salute, confrontando gli indicatori di salute (peraltro all’interno del nuovo AIR) sulle malattie croniche più importanti – ipertensione arteriosa, diabete mellito, broncopatia cronica ostruttiva, scompenso cardiaco, pazienti neoplastici in fase terminale –  per verificare con certezza scientifica, i miglioramenti del sistema.

«Per evitare false illusioni verso i cittadini – spiega Sportelli – è giusto specificare che l’attività della medicina generale h12 non viene svolta da un solo medico di medicina generale, ma all’interno di una aggregazione funzionale territoriale (AFT) composta da circa 20-30 medici di medicina generale, che si divideranno le 12 ore da spalmare durante la giornata. La precisazione è fondamentale per non ingenerare l’idea che ogni medico di famiglia, dalla pubblicazione del contratto, debba essere singolarmente a disposizione per 12 ore al giorno nello studio. Senza tale precisazione, i cittadini potrebbero crearsi aspettative che, spesso, se non rispondenti alla realtà, hanno già causato e causeranno atti di violenza nei confronti dei sanitari. Ora la patata bollente rimane alle singole ASL, in quanto la regolamentazione del contratto deve passare da ciascuna di queste, che hanno il compito poi di comunicare ai cittadini la regolamentazione dell’attività dei medici di medicina generale».